Orti in carcere, l’esperienza della Casa Circondariale di Massa Marittima raccontata in un convegno

È stato affrontato il tema dell’utilità terapeutica e riabilitativa degli orti in carcere, sulla base dell’esperienza maturata nella Casa Circondariale di Massa Marittima, nel corso del convegno che si è svolto nella sala dell’Abbondanza della Città del Balestro, il 15 dicembre. Al convegno è intervenuta anche la vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi.

Il progetto Orti in Carcere è partito a febbraio grazie ad un finanziamento di 30mila euro della Cassa Ammende ottenuto dal Comune di Massa Marittima nell’ambito di un progetto della Regione Toscana per la formazione di detenuti. Nella prima fase sono state messe a dimora 20 piante di olivo ed è iniziata la coltivazione di piante aromatiche in cassone, oltre alla potatura delle piante da frutto e degli olivi già presenti nei terreni del carcere e alla predisposizione un impianto di irrigazione basato sul recupero dell’acqua piovana. I possibili sviluppi del progetto, nella seconda fase, saranno la raccolta delle olive e la produzione interna di olio evo aromatizzato. Ma la finalità principale è quella di garantire ai detenuti una formazione professionalizzante, da spendere nel mercato del lavoro una volta scontata la pena. La logistica del progetto, dalla creazione delle superfici ortive alla formazione dei detenuti è stata curata dalla Cooperativa Melograno.
Orti in carcere ha ottenuto l’interessamento e l’attenzione di Amnesty International. Il convegno è stato preceduto dalla benedizione dell’olivo centenario, donato dalla Cooperativa Terre dell’Etruria e da Boscaglia srl e messo a dimora all’ingresso del carcere. È stato il vescovo di Massa Marittima e Piombino, monsignor Carlo Ciattini, ad impartire la benedizione. Ai piedi dell’olivo è posizionata una targa che ricorda i 60 anni di attività di Amnesty International per la difesa dei diritti umani.

“La Casa Circondariale di Massa Marittima – spiega la direttrice del carcere Maria Cristina Morrone – ha attuato negli anni diversi progetti finalizzati a ridurre il rischio di recidiva dei detenuti, puntando sulla formazione e sugli inserimenti lavorativi mirati. E nel tempo, grazie alla sensibilità dimostrata da alcune realtà associative e imprenditoriali, anche del territorio, sono stati attuati inserimenti che risultano tuttora funzionali, con risvolti positivi sulla vita degli ex detenuti. La funzione della pena deve essere, per mandato istituzionale, la rieducazione, rinforzando elementi positivi della personalità e fornendo una scala dei valori. Il progetto condiviso con il Comune di Massa Marittima e con la cooperativa Melograno ha quindi l’obiettivo di concorrere, pur nella piccola realtà, alla sicurezza sociale mediante concrete azioni di reinserimento socio lavorativo.”

“È un progetto di speranza e di rinascita – commenta Grazia Gucci, assessore comunale alle Politiche sociali – che permette ai detenuti di non sprecare il tempo trascorso in carcere, impiegandolo nell’acquisizione di nuove competenze, in modo da imparare un mestiere per potersi ricostruire una vita fuori, una volta scontata la pena. Viene così garantito anche in un contesto detentivo, il diritto della persona al reinserimento sociale e all’acquisizione di una formazione lavorativa specializzata. Sarà fondamentale per il successo di Orti in Carcere la collaborazione delle realtà imprenditoriali locali che potrebbero essere dei potenziali futuri datori di lavoro per gli ex detenuti.”

“Il rapporto con il carcere per il Comune di Massa Marittima ha una lunga tradizione – sottolinea il sindaco Marcello Giuntini – che non abbiamo mai interrotto lavorando sempre con dedizione. Sono fiero di questo progetto che è appena iniziato e che sono certo porterà risultati importanti”.

“Coltivare un orto è un po’ coltivare noi stessi grazie alla capacità che hanno le piante di riportarci alle radici del nostro essere. Trovo pertanto straordinaria per la sua ricchezza l’iniziativa della casa circondariale di Massa Marittima, un esempio senza dubbio da replicare. – ha detto la vicepresidente della Regione e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Questo progetto rappresenta tra l’altro una seria occasione di riqualificazione professionale per persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, valorizzando competenze già acquisite, da acquisire o da accrescere. Crediamo che sia una buona misura capace di offrire maggiori e diverse opportunità occupazionali. E mi fa particolarmente piacere che abbia un legame con un bel progetto della Regione Toscana come i Centomila orti che è stato capace di coinvolgere nel corso del tempo cittadine, cittadini e numerose amministrazioni locali e istituzioni presenti sul territorio regionale”.

Credit Foto all’interno del carcere: Giulio Garosi

 

Approfondimento sul progetto