APPELLO: Ricostruiamo il Paese! Proposte a costo zero per rafforzare le infrastrutture sociali

Il Consorzio COOB e le singole imprese  socie tra le prime firmatarie dell’appello sottoscritto da un numero consistente di cooperative sociali di tipo B italiane da inviare al governo.

Di fronte all’emergenza Covid-19 noi  imprese sociali impegnate nel welfare, nella cultura e nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, abbiamo prontamente riorganizzato le nostre attività per assicurare servizi essenziali nei nostri territori in un clima di fragilità ancor più diffusa. Stiamo dimostrando una grande capacità di reazione per non lasciare senza risposta adeguata le nostre comunità. Ciononostante dobbiamo anche fronteggiare il consistente crollo di fatturato che la crisi ha portato mettendo in seria difficoltà numerose realtà che invece possono essere un pilastro importante per la ricostruzione sociale del post emergenza.

L’appello dunque contiene proposte concrete, molte delle quali a costo zero, per sostenere le imprese sociali e poter continuare a contare sul nostro contributo nel post emergenza.

APPELLO

In Italia vi sono oltre 20.000 imprese sociali, con più di 500.000 occupati e oltre 12 miliardi di valore della produzione aggregato impegnate nel welfare, nella cultura e nell’inserimento lavorativo di oltre 50.000 persone svantaggiate. Sono imprese che stanno dando un contributo importante nell’affrontare la crisi indotta da Covid-19, impegnate nella gestione dell’emergenza sanitaria e sociale. In poche settimane hanno modificato la propria offerta di servizi e si sono impegnate per assicurare servizi essenziali ai cittadini e alle comunità in cui operano, ponendo particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione.

Sono organizzazioni in prima linea nel contrasto della pandemia e nello stesso tempo stanno pagando un importante prezzo economico. Molte di queste realtà hanno registrato un crollo del fatturato dell’80% e registreranno forti perdite di bilancio nel 2020 che rischiano di provocare il default di molte imprese. Le più colpite sono quelle che inseriscono al lavoro persone svantaggiate – in larga parte disabili e persone con disturbi psichici – che, perdendo il lavoro garantito dalle imprese sociali, rischiano di essere definitivamente espulsi dai processi produttivi e di inclusione sociale.

Superata l’emergenza le imprese sociali potranno dare un importante contributo alla riorganizzazione del sistema sanitario ed alla ricostruzione del sistema economico ponendo attenzione alle persone più fragili, ai bisogni ed alle risorse presenti nella comunità. La ricostruzione del Paese, infatti, non sarà solo una questione di risorse disponibili ma anche di modelli e di strumenti utilizzati.

Queste imprese, tuttavia, sono in grande difficoltà economica e rischiano di non poter dare il giusto contributo alla ricostruzione del Paese. Per superare questa fase di grande criticità gli imprenditori sociali non chiedono risorse aggiuntive o contributi a fondo perduto ma un radicale cambio di rotta nelle relazioni tra Terzo settore e amministrazioni pubbliche, mettendo da parte i miti del mercato e della concorrenza – che hanno caratterizzato i primi venti anni del duemila – e costruendo un nuovo modello centrato sulla collaborazione tra attori pubblici e società civile che metta al centro delle politiche pubbliche le persone più fragili, come i lavoratori svantaggiati, che la crisi da Covid19 sta espellendo dai processi produttivi, economici e sociali.

Questo cambio di rotta si concretizza in alcune misure che gli imprenditori sociali chiedono di adottare, in tempi rapidi, a Governo e Parlamento.

In primo luogo, la proroga dei contratti e delle convenzioni

Introdurre la proroga sino al 30 giugno 2023, anche in deroga alle normative in materia di contratti pubblici, di tutti i seguenti atti qualora già scaduti o in scadenza prima di tale data:

  1. contratti per la fornitura di servizi socioassistenziali, sociosanitari e socioeducativi e legati alle politiche attive del lavoro;
  2. contratti per la fornitura di servizi erogati da organizzazioni che garantiscono l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate ai sensi dell’art. 5 della legge 381/1991 o dell’art. 112 del d.lgs. 50/2016;
  3. accreditamenti in ambito socioassistenziale, sociosanitario e socioeducativo, fatto salvo il mantenimento, da parte degli enti accreditati, dei requisiti previsti per l’accreditamento;
  4. convenzioni con Enti del Terzo settore per la realizzazione delle attività di interesse generale di cui all’art. 5 del d.lgs. 117/2017.

Le proroghe si intendono a condizioni invariate fatti salvi eventuali adeguamenti derivanti da rinnovi contrattuali.

In secondo luogo, Co-progettazione e moratoria degli appalti

Stabilire che, al fine di promuovere il coinvolgimento della società civile nell’emergenza da Covid19 e nella ricostruzione del Paese:

  • l’acquisto o la promozione da parte di tutte le amministrazioni pubbliche di beni o servizi di interesse generale di cui all’art. 5 del d.lgs. 117/2017 sono di norma realizzate tramite procedimenti di coprogettazione ai sensi dell’art. 55 del d.lgs. 117/2017;
  • nei casi in cui si renda necessario procedere tramite affidamento di servizi, tale scelta deve essere motivata dall’amministrazione pubblica, in questo caso è preferibile, laddove compatibile, il ricorso alle forme di affidamento di cui all’art. 143 del d.lgs. 50/2016;
  • sino al 30 giugno 2023 è fatto divieto alle amministrazioni pubbliche di utilizzare forme di affidamento dei servizi disciplinate dal d.lgs. 50/2016.

In terzo luogo, la tutela dei lavoratori dei servizi di welfare

Stabilire che, al fine di garantire la qualità del lavoro e la qualità dei servizi in ambito educativo, scolastico, socioassistenziale, sociosanitario, sanitario, socioeducativo e delle politiche attive del lavoro sia nel periodo dell’emergenza Covid-19 che nel periodo successivo all’emergenza, i contratti tra amministrazioni pubbliche e enti privati gestori si adeguano automaticamente al rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.

Definire, inoltre, che le rette dei servizi educativi e scolastici, socioassistenziali, sociosanitari, sanitari e socioeducativi si adeguano automaticamente nella componente del costo del lavoro al rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.

In quarto luogo, la tutela delle persone svantaggiate inserite al lavoro nell’emergenza da Covid19

Stabilire che, al fine di tutelare i percorsi di inserimento lavorativo di persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4 della legge 381/1991 o dell’art. 112 del d.lgs. 50/2016, in caso di sospensione di attività causata dalle misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 realizzate da imprese sociali che inseriscono al lavoro persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4 della legge 381/1991 o dell’art. 112 del d.lgs. 50/2016 le pubbliche amministrazioni corrispondono comunque il pagamento dell’importo contrattualmente dovuto, attingendo alle risorse iscritte a bilancio preventivo per l’esecuzione del contratto, a condizione che le imprese interessate attivino percorsi formativi o laboratoriali per tutti i propri lavoratori e mantengano in funzione le strutture produttive, anche sulla base di una rimodulazione concordata con le amministrazioni pubbliche, che sia finalizzata soprattutto a costruire opportunità di inclusione lavorativa per le persone che, a seguito dell’emergenza Covid-19, si trovano in condizione di marginalità sociale, economica e lavorativa.

In quinto luogo, gli appalti e le concessioni riservate

Stabilire che, al fine di tutelare i percorsi di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, nella ricostruzione del Paese le amministrazioni pubbliche e le società controllate dalle amministrazioni pubbliche ogni anno applichino l’Art. 112 del d.lgs. 50/2016 in procedure di appalto e concessione che rappresentano almeno un decimo del valore delle procedure totali poste in essere nell’anno.

Infine, il sostegno finanziario e fiscale

Estendere a tutte le organizzazioni del Terzo settore le misure di sostegno finanziario e fiscale previste dai diversi provvedimenti adottati dal governo per fronteggiare l’emergenza da Covid19 – moratoria dei debiti bancari, moratoria dei versamenti fiscali e interventi a sostegno della liquidità.

Leggi il Manifesto “Ricostruiamo il Paese. Proposte a costo zero per rafforzare le infrastrutture sociali

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