S’osteria 38 è una struttura ricettiva che si trova sulla trentottesima tappa della via Francigena ad Acquapendente. È un albergo, ristorante, e punto vendita, nato con il fine di generare posti di lavoro e opportunità di formazione per tutte le persone che vivono una particolare fragilità. È parte della rete di produzione di Alicenova e Fattorie Solidali, cooperative sociali che promuovono l’inclusione in agricoltura e turismo ecosostenibile.
L’enogastronomia e l’accoglienza sono i temi principali su cui si fonda, attraverso il cibo raccontiamo un territorio e le persone che lo vivono cercando di preservare le tradizioni offrendo una possibilità di crescita alle persone che in diversi modi passano da qua.
Attraverso percorsi di formazione e orientamento al lavoro, come quello appena concluso finanziato dal Fondo Sociale Europeo (Itinerari di inclusione sulla via Francigena), creiamo le condizioni perché giovani in condizione di disabilità fisica o psichica, possano partecipare attivamente alla gestione del ristorante – pizzeria, del negozio di prodotti gastronomici e artigianali e dell’albergo.
I nostri ragazzi insieme al personale di sala e cucina e agli educatori partecipano a un’esperienza pratica di avvicinamento al lavoro.
La filosofia del progetto è quella di attivare un circolo virtuoso di inclusione sociale e lavorativa: valorizzare le persone valorizzando i territori, e viceversa.
La sostenibilità economica del progetto è racchiusa proprio nella sua filosofia: progettando percorsi che forniscano ai ragazzi con disabilità lieve le competenze e le capacità per costruirsi “la strada che vogliono percorrere”, superando la logica dell’assistenzialismo con percorsi di autonomia. Percorsi in cui lo scambio costante con i servizi socio-sanitari e con le famiglie dei giovani coinvolti ha creato sinergie su cui abbiamo fondato interventi di progettazione sociale per attingere a finanziamenti competitivi per sostenere l’avvio di percorsi di inclusione lavorativa di giovani in condizioni di svantaggio a cui vogliamo garantire la possibilità di sperimentare il passaggio all’età adulta.
Purtroppo infatti l’attenzione del legislatore per l’inclusione attiva e le pari opportunità, è continua e garantita, almeno fino ai 18 anni. Poi succede che gli altri compagni iniziano i loro percorsi di vita autonoma, studio e lavoro, e i ragazzi con disabilità, anche lieve, restano ancorati a una giovinezza senza fine, come eterni Peter Pan, spesso abbandonati dai servizi territoriali, specie se la disabilità non è abbastanza grave per una presa in carico sanitaria. A diciott’anni spesso si trovano di nuovo soli, esclusi dalle esperienze di autonomia lavoro e formazione che caratterizzano il passaggio all’età adulta. La scuola è finita, così come l’inclusione sociale garantita in aula, inclusione che spesso non prosegue nel difficile ed entusiasmante passaggio alla vita adulta. Sono ragazzi che su questo territorio abbiamo seguito durante la crescita, ne conosciamo le storie, i bisogni, le potenzialità.
E oggi per 10 di loro, la S’Osteria è diventata un luogo di lavoro, autonomia e inclusione sociale. Cinque ragazz* con progetti riabilitativi della ASL di Viterbo si occupano di preparare i dolci e le basi per la pizzeria, tre ragazz* con disabilità psichica lavorano in sala grazie a borse di tirocinio finanziata dal programma Unicredit road to Social Change, che ha premiato il nostro progetto di inclusione lavorativa come miglior “proposta di community building” dalla Call Nazionale Unicredit per la Regione Centro.
Due sono i ragazz* inseriti nei percorsi di promozione territoriale previsti dall’attuazione della L-24 regionale. Grazie al loro lavoro promuoviamo la sede di Acquapendente della rete dei gruppi di acquisto solidale dei prodotti agricoli delle nostre fattorie e dei produttori slow food della Tuscia. I prodotti freschi e trasformati, i tartufi, i formaggi, i cereali, provengono da aziende locali che condividono i principi della nostra agricoltura biologia e sociale.
Infine, la presenza di tante diversità nell’equipe di S’osteria ci ha fatto osservare da vicino gli effetti positivi del diversity management: per agevolare i movimenti dei nostri lavoratori con disabilità, la sala e il punto vendita sono diventati più accessibili per tutti, anche per i clienti; e la semplificazione nei sistemi di gestione degli ordini e delle comande, ispirato alla lean production, ha facilitato non solo i lavoratori con un lieve ritardo cognitivo, ma tutto lo staff, contribuendo a superare barriere linguistiche e culturali.
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